Prefazione

L’obiettivo della presente pubblicazione, la prima che il Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale (Cedefop) rivolge agli erogatori di istruzione e formazione professionale (IFP) piuttosto che ai responsabili delle politiche, è quello di contribuire ad avviare o ottimizzare l’approccio alla qualità da parte delle istituzioni IFP, affinché possano migliorare costantemente la loro offerta formativa, a vantaggio proprio, nonché degli studenti e della società in generale.

Il manuale intende affiancare gli erogatori di IFP in un percorso di qualità basato sul ciclo PDCA, Plan-Do-Check-Act (Pianificare-Fare-Verificare-Agire), o ciclo di Deming, l’approccio su cui si fonda qualsiasi Sistema di gestione della qualità (QMS). Le linee guida, i consigli e gli esempi pratici forniti nel manuale sono tratti dall’esperienza di 20 erogatori di IFP impegnati in attività di formazione professionale iniziale, continua o di settori specifici, che vantano sistemi di gestione qualità efficaci e comprovati. L’allegato contiene 41 strumenti selezionati da Cedefop fra tutti quelli offerti da tali erogatori di IFP, riguardanti tutte le fasi del ciclo di qualità (pianificazione, attuazione, analisi/valutazione e feedback/procedure per l’introduzione di cambiamenti).

Secondo quanto rilevato da Cedefop, centro di riferimento della UE in ambito IFP, benché la garanzia della qualità sia importante per l’accreditamento e la certificazione di percorsi di studio e diplomi, non è sufficiente a garantire il continuo impegno delle istituzioni per il miglioramento della qualità, salvo se abbinato a una gestione interna efficace della qualità. Per tale motivo, la presente pubblicazione è incentrata sulla gestione interna della qualità e la sua importanza per le istituzioni IFP.

L’impegno tanto del personale didattico quanto di quello direttivo e le interazioni fra loro sono di importanza cruciale per qualsiasi approccio efficace alla qualità. La gestione interna della qualità richiede tempo ed energia, e questo fattore va preso in considerazione fin dalle fasi iniziali, per assicurare che non manchi nulla di quanto necessario per lo sviluppo di una cultura della qualità.

L’impegno per la qualità è un processo dinamico, che crea divari fra gli sforzi compiuti e i risultati ottenuti e fra leadership e partecipanti interessati. Tali divari possono essere in parte colmati attraverso una gestione della qualità ottimale, che privilegi i metodi qualitativi rispetto a quelli quantitativi e il miglioramento rispetto alle sanzioni, coinvolga il personale da vicino e, soprattutto, sia appropriato rispetto agli obiettivi e le dimensioni dell’istituzione. Sistemi troppo ambiziosi rischiano di creare situazioni in cui a fronte di sforzi eccessivi si ottengono benefici ridotti.

Se il ciclo PDCA è comune a tutti gli approcci di gestione qualità, l’autovalutazione ne rappresenta il secondo componente condiviso. Come dimostrato dai 20 casi studio, l’autovalutazione costituisce una parte integrante della cultura di controllo interno della qualità, i cui risultati portano a miglioramenti specifici. Mancano dati empirici sull’effetto finanziario della gestione qualità. Nell’analisi di Cedefop, mentre i costi riguardano in particolare il personale, gli effetti positivi sono misurati sulla base del livello di soddisfazione degli studenti rispetto all’insegnamento/apprendimento e ai servizi/strutture. Benché tangibili, questi ultimi non possono essere confrontati direttamente con i costi. Ciò nonostante, gli erogatori di IFP intervistati hanno riferito che il ritorno sugli investimenti potrebbe essere interpretato a livello di maggiore visibilità e attrattiva esercitata sui potenziali studenti. Altri aspetti positivi comprendono una maggiore trasparenza interna, ulteriore istruzione del personale e programmi di formazione più adatti alle esigenze di studenti e parti interessate. Inoltre, gli erogatori di IFP dotati di sistemi consolidati di gestione interna della qualità sono più aperti verso la collaborazione esterna, il networking e la partecipazione ai progetti collaborativi europei.

La maggior parte delle istituzioni IFP prese in esame godono del sostegno di strutture pubbliche appartenenti a quadri di riferimento di qualità nazionali. Tale sostegno comprende guide all’autovalutazione, serie di indicatori, raccolta e strumenti di elaborazione dati e opportunità formative per insegnanti e formatori.

L’analisi di Cedefop ha rivelato che la visione della qualità e il concetto di sistemi di gestione della qualità stessa presentano notevoli differenze fra gli erogatori di IFP interpellati. Ogni istituzione mira a definire il proprio approccio sulla base dell’ambiente locale/regionale in cui si trova e la propria struttura organizzativa interna. Ma tutti rispondono a sfide comuni, come gruppi di allievi sempre più eterogenei, trasformazione in istituzioni per la formazione permanente, ridefinizione dei curricula in base ai risultati dell’apprendimento, rafforzamento dei metodi per la valutazione basata sulle competenze, promozione dell’autoapprendimento e adozione di nuove forme di insegnamento.

Con l’incremento della mobilità di insegnanti e studenti, la fornitura di servizi la IFP assume connotati più internazionali e si espone alla concorrenza di soggetti nazionali ed esteri. Il presente manuale intende aiutare gli erogatori di IFP ad affrontare con successo queste sfide.

 

Joachim James Calleja

Direttore

 

Commenti

In riferimento a: "Tale sostegno comprende guide all’autovalutazione, serie di indicatori, raccolta e strumenti di elaborazione dati e opportunità formative per insegnanti e formatori.", credo sarebbe interessante inserire dei link diretti in uno spazio di approfondimento dedicato.

L'attivazione dei processi è molto complessa e non sempre si è padroni del corretto uso di indicatori, strumenti di elaborazione e di controllo, in relazione anche agli obiettivi, per cui buone esemplificazioni pratiche potrbbero essere di aiuto.

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In riferimento a: "Tale sostegno comprende guide all’autovalutazione, serie di indicatori, raccolta e strumenti di elaborazione dati e opportunità formative per insegnanti e formatori.", credo sarebbe interessante inserire dei link diretti in uno spazio di approfondimento dedicato.

L'attivazione dei processi è molto complessa e non sempre si è padroni del corretto uso di indicatori, strumenti di elaborazione e di controllo, in relazione anche agli obiettivi, per cui buone esemplificazioni pratiche potrbbero essere di aiuto.

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Questo punto mi sembra molto interessante: "L’analisi di Cedefop ha rivelato che la visione della qualità e il concetto di sistemi di gestione della qualità stessa presentano notevoli differenze fra gli erogatori di IFP interpellati.L’analisi di Cedefop ha rivelato che la visione della qualità e il concetto di sistemi di gestione della qualità stessa presentano notevoli differenze fra gli erogatori di IFP interpellati."

Si potrebbe immaginare uno spazio per la condivisione, l'analisi e il confonto di tutto ciò? Ai fini della ricerca/sperimentazione per una successiva attivazione di processi di gestione della qualità nelle diverse istituzioni sarebbe molto utile.

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Questo punto mi sembra molto interessante: "L’analisi di Cedefop ha rivelato che la visione della qualità e il concetto di sistemi di gestione della qualità stessa presentano notevoli differenze fra gli erogatori di IFP interpellati.L’analisi di Cedefop ha rivelato che la visione della qualità e il concetto di sistemi di gestione della qualità stessa presentano notevoli differenze fra gli erogatori di IFP interpellati."

Si potrebbe immaginare uno spazio per la condivisione, l'analisi e il confonto di tutto ciò? Ai fini della ricerca/sperimentazione per una successiva attivazione di processi di gestione della qualità nelle diverse istituzioni sarebbe molto utile.

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Punto su cui riflettere: "Ma tutti rispondono a sfide comuni, come gruppi di allievi sempre più eterogenei, trasformazione in istituzioni per la formazione permanente, ridefinizione dei curricula in base ai risultati dell’apprendimento, rafforzamento dei metodi per la valutazione basata sulle competenze, promozione dell’autoapprendimento e adozione di nuove forme di insegnamento."

Sarebbe interessante fornire una checklist di queste 'sfide comuni' ai partecipanti, per verificare quanto 'comuni' siano tra il gruppo di sperimentazione, e chiedere di indicare le proprie in una sorta di sondaggio.

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Punto su cui riflettere: "Ma tutti rispondono a sfide comuni, come gruppi di allievi sempre più eterogenei, trasformazione in istituzioni per la formazione permanente, ridefinizione dei curricula in base ai risultati dell’apprendimento, rafforzamento dei metodi per la valutazione basata sulle competenze, promozione dell’autoapprendimento e adozione di nuove forme di insegnamento."

Sarebbe interessante fornire una checklist di queste 'sfide comuni' ai partecipanti, per verificare quanto 'comuni' siano tra il gruppo di sperimentazione, e chiedere di indicare le proprie in una sorta di sondaggio.

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Non è del tutto chiaro questo punto: "ridefinizione dei curricula in base ai risultati dell’apprendimento", perché è una affermazione che si apre a diverse interpretazioni e potrebbe generare confusione in contesto di gestione della qualità.

 

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Non è del tutto chiaro questo punto: "ridefinizione dei curricula in base ai risultati dell’apprendimento", perché è una affermazione che si apre a diverse interpretazioni e potrebbe generare confusione in contesto di gestione della qualità.

 

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