6.2 Definire la propria visione e mission in base a valori condivisi

Mettere bene a fuoco il concetto di qualità può contribuire a definire la visione e la mission di un’istituzione di IFP, promuovendo lo sviluppo sostenibile e la creazione di una cultura della qualità. Visioni e mission forniscono una sovrastruttura emotiva e intellettiva per la cultura della qualità: definiscono meglio l’identità aziendale delle istituzioni di IFP e consentono al personale di identificarsi e impegnarsi maggiormente nella causa della qualità.

Una visione è l’espressione positiva di aspettative lungimiranti rispetto a cosa l’istituzione dovrà essere in futuro. Prendendo in considerazione il lungo periodo, la visione descrive uno stato ipotetico che l’istituzione dovrebbe essere in grado di raggiungere nel futuro. Per assicurarsi che sia realizzabile, è necessario correlare la visione con la strategia di sviluppo dell’organizzazione di IFP, eseguendo controlli incrociati dell’una rispetto all’altra (vedere Sezione 3.5).

 

Un esempio di visione di un’istituzione di IFP impegnata nella qualità
potrebbe essere il seguente: …
essere il termine di riferimento della IFP nella nostra regione.

 

La mission rappresenta i mezzi per raggiungere con successo la visione. Attraverso la mission, le organizzazioni di IFP veicolano la propria immagine, esprimono i loro principi fondamentali e obiettivi principali. La mission indica all’organizzazione nel suo complesso il percorso da seguire e guida le attività quotidiane dei singoli membri del personale. La mission fa parte della gestione normativa e rappresenta un framework su cui basare strategie, obiettivi di qualità e azioni operative.

Rispetto al pubblico, la mission deve rendere chiaro l’obiettivo fondamentale dell’organizzazione e contribuire a comunicare agli stakeholder la sua strategia di qualità.

 

Riquadro 40. Esempio di mission di un’istituzione di IFP

Offrire strumenti e istruzione ai nostri studenti attraverso attività di IFP incentrate sull’ambiente di lavoro, nonché fornendo le competenze, abilità e conoscenze fondamentali necessarie per accedere ad attività lavorative redditizie e per una realizzazione personale.

 

Il termine cultura ha molte diverse accezioni. In senso generale, ogni fenomeno sociale è classificato come ‘culturale’, pertanto il termine cultura è utilizzato come termine retorico senza un significato più preciso. In senso più specifico, sottolinea che ogni cultura è ‘prodotta’ da un determinato gruppo di persone. In base a questa accezione, ogni cultura ha un modo specifico di concepire l’organizzazione pratica delle sue attività quotidiane, basate su modelli comuni di conoscenze e convinzioni, principi morali e leggi, consuetudini, comportamenti e regole in base alle quali prendere le decisioni. In questi aspetti essenziali la cultura può essere intesa come un’espressione di valori e principi etici specifici.

Questi valori fondamentali sono la forza trainante di ogni cultura della qualità all’interno delle istituzioni di IFP, poiché costituiscono le basi per comprenderne visione, mission e obiettivi di qualità (vedere Figura 20).

 

Riquadro 41. Consiglio

Creare attivamente una cultura della qualità significa riflettere sui valori etici che devono guidare l’organizzazione di IFP nel perseguire la propria visione, mission e obiettivi di qualità.

 

Figura 20. Valori: basi della visione, mission e obiettivi di qualità

Fonte: CEDEFOP.

 

I valori devono durare nel tempo, quindi occorre definirli con grande cura. I valori che si scelgono devono rispecchiare il proprio concetto e la propria idea centrale di qualità: devono fare riferimento alla propria tradizione e al proprio ambiente, essere idonei allo sviluppo futuro dell’organizzazione e, non da ultimo, essere adatti a instaurarsi nella mentalità degli studenti.

Più i valori che guidano l’organizzazione saranno enunciati chiaramente, minori saranno il tempo e le risorse spesi per comunicare la direzione strategica, motivare il personale e porre fine a comportamenti indesiderati.

La Figura 21 presenta un esempio di valori che potrebbero essere tipici per un’istituzione di IFP impegnata per la qualità.

L’anello dei valori esemplari è organizzato su tre assi, che riportano alle estremità valori correlati, a significare che gli assi illustrano valori interconnessi e complementari. L’asse principale è quello verticale, che evidenzia nella parte alta l’esigenza generale di qualità ed eccellenza dell’organizzazione, ma anche che le prestazioni professionali si basano su integrità personale e standard etici. La base comune di valori è di importanza fondamentale, per evitare sbilanciamenti che potrebbero verificarsi muovendosi in un’unica direzione, ossia verso un valore generale dominante caratterizzato da una propria esistenza indipendente.

 

Figura 21. Esempio di valori di un’istituzione di IFP

Fonte: CEDEFOP.

 

Ogni valore rappresenta una descrizione sintetica delle attività e nella Tabella 5 i valori esemplari vengono descritti insieme alle attività ad essi associate.

 

Tabella 5. Esempio di valori e attività associate

Fonte: CEDEFOP.

 

Se enunciati con chiarezza e definiti in collaborazione con gli opportuni stakeholder, i valori e la visione e mission in cui si completano assumono un particolare rilievo. Tuttavia, le idee sui valori guida non saranno mai uniformi: ogni persona ha preferenze e percezioni diverse riguardo ai valori importanti per la propria organizzazione di IFP. I singoli stakeholder possono addirittura sostenere valori contrastanti.

Sviluppare una visione e una mission condivise è un compito difficile che necessita del coinvolgimento dello staff fin dall’inizio. Occorre assicurare un equilibrio fra leadership e coinvolgimento degli stakeholder, e prendere decisioni chiare in caso di conflitti. Ma alla fine, gli sforzi compiuti per la creazione di una cultura della qualità interna saranno ripagati, come mostrato nel Riquadro 42.

 

Riquadro 42. Sviluppo di una visione e mission condivise

Sviluppo di una visione e mission condivise:

  1. richiede capacità di leadership per i processi decisionali;

  2. richiede il coinvolgimento del personale fin dalle prime fasi;

  3. legittima le azioni;

  4. permette il coordinamento delle attività per il raggiungimento degli obiettivi di qualità;

  5. permette la successiva stima, valutazione e analisi dei risultati;

  6. fornisce informazioni agli stakeholder interni ed esterni sulle ambizioni dell’organizzazione;

  7. fornisce motivazione al personale;

  8. aumenta la capacità dello staff di identificarsi nell’organizzazione e impegnarsi a creare una cultura della qualità.

 

Riquadro 43. Domande su cui riflettere e opzioni per intraprendere ulteriori azioni

  1. Su quale concetto di qualità si focalizza la vostra istituzione di IFP?

  2. Qual è la vostra visione?

  3. Qual è la mission che ha origine nella vostra visione?

  4. Quali riterreste essere i valori di base della vostra istituzione?

 


 

Rispondi, per favore, alle Domande (nel campo Commento) e completa il Test.

 

6.2 Definire la propria visione e mission in base a valori condivisi

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Commenti

  1. Su quale concetto di qualità si focalizza la vostra istituzione di IFP?produrre cultura
  2. Qual è la vostra visione? introdurre gli studenti nel 21 secolo inteso come conoscenze,competenza,adattamento e tenacia nel perseguire obiettivi
  3. Qual è la mission che ha origine nella vostra visione? quella prevista per l'ordinamento dei licei 
  4. Quali riterreste essere i valori di base della vostra istituzione? migliorare costantemente le competenze per raggiungere l'eccellenza
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  1. Su quale concetto di qualità si focalizza la vostra istituzione di IFP?produrre cultura
  2. Qual è la vostra visione? introdurre gli studenti nel 21 secolo inteso come conoscenze,competenza,adattamento e tenacia nel perseguire obiettivi
  3. Qual è la mission che ha origine nella vostra visione? quella prevista per l'ordinamento dei licei 
  4. Quali riterreste essere i valori di base della vostra istituzione? migliorare costantemente le competenze per raggiungere l'eccellenza
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Avendo letto l'atto d'indirizzo del Mio Ds , LUi ha scelto di definire la VISION dell'I.I.S " M.RAelI" come segue :  " La vision  dell’Istituto che il mio DS propone,  è quella di

 Una scuola di qualità, seria e rigorosa con se stessa e con gli studenti, attenta al processo di apprendimento-insegnamento, centrata sui bisogni dello studente; una scuola improntata al rispetto delle regole, delle persone e delle cose.

 Una scuola impegnata nella trasmissione di valori umani e sociali come la democrazia, la legalità, la tolleranza, il rispetto di se e degli altri;

 Una scuola che sviluppi la sua capacità di essere inclusiva;  Una scuola che sappia trovare la propria ricchezza nella diversità;

 Una scuola che aspiri a divenire sempre più “Europea”, in linea con l’evoluzione sociale e la “rivoluzione digitale”, elementi che quanto prima chiameranno tutti gli operatori del sistema scuola a mettersi in discussione e a ricercare nuovi e più adeguati mezzi di trasmissione dei saperi e delle competenze;  

 Una scuola efficiente, attiva e presente nel territorio, una comunità educante dove ognuno è  chiamato a dare il proprio contributo con un impegno puntuale e preciso e con il buon esempio a cui i ragazzi sono sempre molto attenti e sensibili. "

 Riscontro in questo documento alcuni valori importanti che rispecchiano in modo chiaro  la vision della mia scuola: sono convinta che essa viene condivisa dai docenti della scuola. Mi chiedo però come i miei colleghi realizzeranno per esempio, l'inclusività, oppure comme innovare la didattica o realizzare la dimensione  europea dell'insegnamento. 

Se fossi dirigente io promuoverei corsi di formazione per i docenti , gran parte dei quali brancola in mezzo a confusione tra abilità e competenze e sono focalizzati solo sulle conoscenze che facilemente confondono con abilità e competenze.Aiuterei i docenti a capire cosa sono le competenze del 21°secolo, farei conoscere loro gli obbiettivi di Lisbona : le 8 competenze chiavi,, insomma mi preoccuperei non solo di enunciare la mia vision ma definirei bene anche la  mission  e spenderei tempo e risorse finanziarie per informare/ formare il mio staff.

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Avendo letto l'atto d'indirizzo del Mio Ds , LUi ha scelto di definire la VISION dell'I.I.S " M.RAelI" come segue :  " La vision  dell’Istituto che il mio DS propone,  è quella di

 Una scuola di qualità, seria e rigorosa con se stessa e con gli studenti, attenta al processo di apprendimento-insegnamento, centrata sui bisogni dello studente; una scuola improntata al rispetto delle regole, delle persone e delle cose.

 Una scuola impegnata nella trasmissione di valori umani e sociali come la democrazia, la legalità, la tolleranza, il rispetto di se e degli altri;

 Una scuola che sviluppi la sua capacità di essere inclusiva;  Una scuola che sappia trovare la propria ricchezza nella diversità;

 Una scuola che aspiri a divenire sempre più “Europea”, in linea con l’evoluzione sociale e la “rivoluzione digitale”, elementi che quanto prima chiameranno tutti gli operatori del sistema scuola a mettersi in discussione e a ricercare nuovi e più adeguati mezzi di trasmissione dei saperi e delle competenze;  

 Una scuola efficiente, attiva e presente nel territorio, una comunità educante dove ognuno è  chiamato a dare il proprio contributo con un impegno puntuale e preciso e con il buon esempio a cui i ragazzi sono sempre molto attenti e sensibili. "

 Riscontro in questo documento alcuni valori importanti che rispecchiano in modo chiaro  la vision della mia scuola: sono convinta che essa viene condivisa dai docenti della scuola. Mi chiedo però come i miei colleghi realizzeranno per esempio, l'inclusività, oppure comme innovare la didattica o realizzare la dimensione  europea dell'insegnamento. 

Se fossi dirigente io promuoverei corsi di formazione per i docenti , gran parte dei quali brancola in mezzo a confusione tra abilità e competenze e sono focalizzati solo sulle conoscenze che facilemente confondono con abilità e competenze.Aiuterei i docenti a capire cosa sono le competenze del 21°secolo, farei conoscere loro gli obbiettivi di Lisbona : le 8 competenze chiavi,, insomma mi preoccuperei non solo di enunciare la mia vision ma definirei bene anche la  mission  e spenderei tempo e risorse finanziarie per informare/ formare il mio staff.

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Ritratto di sessa

  1. Su quale concetto di qualità si focalizza la vostra istituzione di IFP?Promuovere lo sviluppo sostenibile e la creazione di una cultura della qualità.
  2. Qual è la vostra visione? l’espressione “formazione” oggi ha acquisito valenze nuove rispetto al passato anche recente: non si tratta solamente di attività di addestramento di natura prevalentemente tecnica, ma rappresenta processi rilevanti dal punto di vista delle politiche educative, sociali e di sviluppo delle economie locali.Il monitoraggio e la valutazione dei percorsi sperimentali ne mette in luce il valore sotto quattro prospettive: essa consente al giovane una crescita culturale a partire da realtà concrete in cui si svolge il lavoro umano, e quindi di cogliere il legame che intercorre tra compiti reali, processi tecnologici, aspetti scientifici, elementi della cultura linguistica, della storia, delle scienze umane, della cittadinanza attiva.
  3. Qual è la mission che ha origine nella vostra visione?Regolamento recante “Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei ai sensi dell’articolo 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”. 
  4. Quali riterreste essere i valori di base della vostra istituzione? L'eccellenza del "saper fare" con conseguente rendicontazione sociale come previsto dalla Legge 107/2015
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  1. Su quale concetto di qualità si focalizza la vostra istituzione di IFP?Promuovere lo sviluppo sostenibile e la creazione di una cultura della qualità.
  2. Qual è la vostra visione? l’espressione “formazione” oggi ha acquisito valenze nuove rispetto al passato anche recente: non si tratta solamente di attività di addestramento di natura prevalentemente tecnica, ma rappresenta processi rilevanti dal punto di vista delle politiche educative, sociali e di sviluppo delle economie locali.Il monitoraggio e la valutazione dei percorsi sperimentali ne mette in luce il valore sotto quattro prospettive: essa consente al giovane una crescita culturale a partire da realtà concrete in cui si svolge il lavoro umano, e quindi di cogliere il legame che intercorre tra compiti reali, processi tecnologici, aspetti scientifici, elementi della cultura linguistica, della storia, delle scienze umane, della cittadinanza attiva.
  3. Qual è la mission che ha origine nella vostra visione?Regolamento recante “Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei ai sensi dell’articolo 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”. 
  4. Quali riterreste essere i valori di base della vostra istituzione? L'eccellenza del "saper fare" con conseguente rendicontazione sociale come previsto dalla Legge 107/2015
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Ritratto di paolodebora

1. Su quale concetto di qualità si focalizza la vostra istituzione di IFP?

Realizzare un sistema scolastico e formativo in grado di permettere agli studenti di essere stimolati adeguatamente e apprendere quello che servirà loro nella vita.

2.Qual è la vostra visione?

Cercare di finalizzare gli sforzi di tutte le componenti (docenti, personale, studenti, faqmiglie) al fine comune che è il miglioramente delle competenze, delle conoscenze e della capcità di ragionare degli studenti,

3. Qual è la mission che ha origine nella vostra visione? 

Fare in modo che studenti vengano volentieri a scuola, possano apprendere concetti utili nella vita e possano essere in grado di elabortare e risolvere autonomente problemi e difficoltà.

4. Quali riterreste essere i valori di base della vostra istituzione?

Aiutare allo stesso modo tutti gli studenti, sia in più capaci e predisposti, sia quelli con maggiori difficoltà.

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1. Su quale concetto di qualità si focalizza la vostra istituzione di IFP?

Realizzare un sistema scolastico e formativo in grado di permettere agli studenti di essere stimolati adeguatamente e apprendere quello che servirà loro nella vita.

2.Qual è la vostra visione?

Cercare di finalizzare gli sforzi di tutte le componenti (docenti, personale, studenti, faqmiglie) al fine comune che è il miglioramente delle competenze, delle conoscenze e della capcità di ragionare degli studenti,

3. Qual è la mission che ha origine nella vostra visione? 

Fare in modo che studenti vengano volentieri a scuola, possano apprendere concetti utili nella vita e possano essere in grado di elabortare e risolvere autonomente problemi e difficoltà.

4. Quali riterreste essere i valori di base della vostra istituzione?

Aiutare allo stesso modo tutti gli studenti, sia in più capaci e predisposti, sia quelli con maggiori difficoltà.

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Ritratto di guglielmi

  1. Su quale concetto di qualità si focalizza la vostra istituzione di IFP? Condivisione.
  2. Qual è la vostra visione? Ascolto dei bisogni, analisi e condivisione delle soluzioni e risultati.
  3. Qual è la mission che ha origine nella vostra visione? Il progresso degli stakeholder.
  4. Quali riterreste essere i valori di base della vostra istituzione? Apertura, partecipazione, costanza, coerenza.
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  1. Su quale concetto di qualità si focalizza la vostra istituzione di IFP? Condivisione.
  2. Qual è la vostra visione? Ascolto dei bisogni, analisi e condivisione delle soluzioni e risultati.
  3. Qual è la mission che ha origine nella vostra visione? Il progresso degli stakeholder.
  4. Quali riterreste essere i valori di base della vostra istituzione? Apertura, partecipazione, costanza, coerenza.
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  1. Su quale concetto di qualità si focalizza la vostra istituzione di IFP? Promozione di una culturà di qualità che risponda alle esigenze del territorio 
  2. Qual è la vostra visione? 

    In questa VISION complessiva l’Istituto Salvemini promuove pertanto:

  3. una didattica co-operata, co-progettata, co-prodotta, agita e potenziata in base agli interessi disciplinari in evoluzione nella stessa comunità di pratica, con processi di ricerca, definizione e aggregazione di contenuti da parte di studenti, insegnanti, esperti, intesi come ricercatori alla pari e agenti-artigiani di cambiamento;  
  4. l’applicazione prioritaria e la diffusione permanente dei principi dell’ascolto attivo;
  5. la costruzione di programmi e progetti, secondo processi progettuali partecipati e orientati per obiettivi, fondati sui problemi, ispirati dall’euro progettazione e dalla nuova  Programmazione comunitaria;
  6. l’apprendimento, l’uso, la diffusione di metodi d’interazione costruttiva, di co-working e di progettazione partecipata, con la condivisione di programmi, metodi, strumenti, esperienze, laboratori, fondati sulla visualizzazione, gestione e co-generazione di contenuti, decisioni, strategie, progetti e azioni;
  7. la conversione delle classi in spazi informali di apprendimento co-generativo fra pari, d’interazione visuale, di potenziamento e diffusione dell’intelligenza emotiva orizzontale sociale e di contenuti verticali, analogici e digitali;
  8. nuove modalità di apprendimento collaborativo, in locale e a distanza, di rappresentazione, fusione, potenziamento e gestione di contenuti (mappe mentali, testi sinsemici);  
  9. percorsi sperimentali di fusione di testi, contenuti e strumenti del pensiero analogico e digitale;
  10. la generazione di una rete consapevole dell’innovazione: gruppi formali e informali, anche online e a massa critica crescente, di innovatori: persone orientate, all’interno e all’esterno della scuola, verso nuovi modelli e pratiche di ricerca, didattica, mentoring e co-living;
  11. la costruzione condivisa e la diffusione di testi scolastici innovativi digitali, di strumenti contenuti open source, prodotti dall’interazione cognitiva fra docenti, studenti e innovatori;  
  12. l’uso e il riuso di open data per la generazione di mappe, applicazioni e contenuti digitali;
  13. un apprendimento permanente consapevole delle strategie d’uso di canali e strumenti digitali;
  14. la sperimentazione di didattiche innovative per l’innovazione dell’apprendimento, secondo il modello della classe capovolta (flipped classroom);
  15. flussi ed eventi formativi verticali di coding per l’innalzamento permanente del pensiero computazionale come identità innovativa della scuola (coderdojo, mapping party, tavoli verticali di design di applicazioni, making con arduino e robotica);
  16. un apprendimento intergenerazionale fra pari, per una fusione fra sapere esperto e sapere pratico, fra comunità scolastica, attori, stakeholder e PA del territorio, con approfondimenti specifici su questioni locali, strategie e programmi, mediante eventi strutturati facilitati, quali Open Space Technology, World Cafè, Barcamp direttamente gestiti dagli studenti.
  17. Qual è la mission che ha origine nella vostra visione?

    La nostra MISSION è quella di formare persone in grado di pensare ed agire autonomamente e responsabilmente all’interno della società, strutturando un progetto globale (PTOF) che, attraverso lo strumento dell’autonomia, coinvolga i seguenti soggetti, ognuno dei quali  protagonista del processo di crescita:

  18. lo studente nella interezza della sua persona, quale risorsa primaria ed agente radicale dell’innovazione, quindi non solo destinatario di un servizio scolastico, ma chiamato a partecipare attivamente alla realizzazione di se stesso, del proprio progetto di vita inserendosi in una comunità di pratica finalizzata al miglioramento collettivo e orientata verso modelli di apprendimento fra pari;
  19. la famiglia nell’espletare responsabilmente il suo ruolo, condividendo il patto educativo finalizzato al raggiungimento della maturità dei ragazzi;
  20. i docenti nell’esercizio della loro professionalità, attivando un processo di apprendimento continuo, graduale, flessibile, centrato sullo sviluppo di abilità e competenze, in una continua riflessione sulle pratiche didattiche innovative e coinvolgenti;
  21. il territorio che, in un rapporto organico attivo, funzionale e condiviso con le istituzioni ed ampliato in una dimensione europea, viene inteso come contesto di appartenenza ricco di risorse e vincoli, da cogliere e da superare e con il quale interagire e integrarsi. La realtà contemporanea richiede alti profili culturali e professionali e, perché ciò avvenga, l’esperienza di sviluppo e realizzazione rende assolutamente indispensabile costruire reti con tutti gli organismi presenti.
  22. Quali riterreste essere i valori di base della vostra istituzione? Successo formativo degli alunni. Integrazione e inclusione. 
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  1. Su quale concetto di qualità si focalizza la vostra istituzione di IFP? Promozione di una culturà di qualità che risponda alle esigenze del territorio 
  2. Qual è la vostra visione? 

    In questa VISION complessiva l’Istituto Salvemini promuove pertanto:

  3. una didattica co-operata, co-progettata, co-prodotta, agita e potenziata in base agli interessi disciplinari in evoluzione nella stessa comunità di pratica, con processi di ricerca, definizione e aggregazione di contenuti da parte di studenti, insegnanti, esperti, intesi come ricercatori alla pari e agenti-artigiani di cambiamento;  
  4. l’applicazione prioritaria e la diffusione permanente dei principi dell’ascolto attivo;
  5. la costruzione di programmi e progetti, secondo processi progettuali partecipati e orientati per obiettivi, fondati sui problemi, ispirati dall’euro progettazione e dalla nuova  Programmazione comunitaria;
  6. l’apprendimento, l’uso, la diffusione di metodi d’interazione costruttiva, di co-working e di progettazione partecipata, con la condivisione di programmi, metodi, strumenti, esperienze, laboratori, fondati sulla visualizzazione, gestione e co-generazione di contenuti, decisioni, strategie, progetti e azioni;
  7. la conversione delle classi in spazi informali di apprendimento co-generativo fra pari, d’interazione visuale, di potenziamento e diffusione dell’intelligenza emotiva orizzontale sociale e di contenuti verticali, analogici e digitali;
  8. nuove modalità di apprendimento collaborativo, in locale e a distanza, di rappresentazione, fusione, potenziamento e gestione di contenuti (mappe mentali, testi sinsemici);  
  9. percorsi sperimentali di fusione di testi, contenuti e strumenti del pensiero analogico e digitale;
  10. la generazione di una rete consapevole dell’innovazione: gruppi formali e informali, anche online e a massa critica crescente, di innovatori: persone orientate, all’interno e all’esterno della scuola, verso nuovi modelli e pratiche di ricerca, didattica, mentoring e co-living;
  11. la costruzione condivisa e la diffusione di testi scolastici innovativi digitali, di strumenti contenuti open source, prodotti dall’interazione cognitiva fra docenti, studenti e innovatori;  
  12. l’uso e il riuso di open data per la generazione di mappe, applicazioni e contenuti digitali;
  13. un apprendimento permanente consapevole delle strategie d’uso di canali e strumenti digitali;
  14. la sperimentazione di didattiche innovative per l’innovazione dell’apprendimento, secondo il modello della classe capovolta (flipped classroom);
  15. flussi ed eventi formativi verticali di coding per l’innalzamento permanente del pensiero computazionale come identità innovativa della scuola (coderdojo, mapping party, tavoli verticali di design di applicazioni, making con arduino e robotica);
  16. un apprendimento intergenerazionale fra pari, per una fusione fra sapere esperto e sapere pratico, fra comunità scolastica, attori, stakeholder e PA del territorio, con approfondimenti specifici su questioni locali, strategie e programmi, mediante eventi strutturati facilitati, quali Open Space Technology, World Cafè, Barcamp direttamente gestiti dagli studenti.
  17. Qual è la mission che ha origine nella vostra visione?

    La nostra MISSION è quella di formare persone in grado di pensare ed agire autonomamente e responsabilmente all’interno della società, strutturando un progetto globale (PTOF) che, attraverso lo strumento dell’autonomia, coinvolga i seguenti soggetti, ognuno dei quali  protagonista del processo di crescita:

  18. lo studente nella interezza della sua persona, quale risorsa primaria ed agente radicale dell’innovazione, quindi non solo destinatario di un servizio scolastico, ma chiamato a partecipare attivamente alla realizzazione di se stesso, del proprio progetto di vita inserendosi in una comunità di pratica finalizzata al miglioramento collettivo e orientata verso modelli di apprendimento fra pari;
  19. la famiglia nell’espletare responsabilmente il suo ruolo, condividendo il patto educativo finalizzato al raggiungimento della maturità dei ragazzi;
  20. i docenti nell’esercizio della loro professionalità, attivando un processo di apprendimento continuo, graduale, flessibile, centrato sullo sviluppo di abilità e competenze, in una continua riflessione sulle pratiche didattiche innovative e coinvolgenti;
  21. il territorio che, in un rapporto organico attivo, funzionale e condiviso con le istituzioni ed ampliato in una dimensione europea, viene inteso come contesto di appartenenza ricco di risorse e vincoli, da cogliere e da superare e con il quale interagire e integrarsi. La realtà contemporanea richiede alti profili culturali e professionali e, perché ciò avvenga, l’esperienza di sviluppo e realizzazione rende assolutamente indispensabile costruire reti con tutti gli organismi presenti.
  22. Quali riterreste essere i valori di base della vostra istituzione? Successo formativo degli alunni. Integrazione e inclusione. 
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